“Acqua alla spina”, sicuri di essere in regola?

L’avvio di un impianto per offrire acqua liscia o gassata sfusa richiede alcuni semplici, ma fondamentali, accorgimenti. Ecco cosa fare per non rischiare di incorrere in sanzioni.

Semplice come bere un bicchiere d’acqua? Berlo è semplice, offrirlo un po’ meno!
Le apparecchiature per il trattamento dell’acqua che distribuiscono la cosiddetta “acqua alla spina” (sempre più diffuse in bar e ristoranti) sono frequentemente oggetto di controlli, che sfociano spesso in constatazioni di irregolarità.

Le “apparecchiature per il trattamento dell’acqua destinata al consumo umano” (spillatori d’acqua liscia o gassata pronta al consumo, imbottigliata al momento senza chiusura ermetica) come sottolinea la ASL, se non correttamente installate e sottoposte a manutenzione periodica possono modificare in senso peggiorativo la qualità deII’acqua trattata e rappresentare un rischio igienico sanitario per il consumatore.

Il controllo ufficiale svolto dalle ASL presso le imprese alimentari ha riscontrato che molti operatori del settore alimentare (OSA) non sono stati informati sulle procedure da seguire per non incorrere in problemi o sanzioni offrendo al pubblico questo servizio.
Secondo il regolamento CE 852/2004 e l’articolo 2 comma 2 del DM n.25 del 7 febbraio 2012, per attivare un impianto bisogna effettuare la Segnalazione Certificata di inizio attività (la cosiddetta Scia, corredata da una relazione tecnico descrittiva dell’impianto).

Non serve però allarmarsi o rinunciare a questo metodo particolarmente sostenibile di gestione dell’acqua da bere, basta affidarsi a una realtà di fiducia come Spazio88, che potrà effettuare un controllo della situazione e procedere a fare quanto necessario per mettere il tutto in regola (Scia, relazione tecnica ecc).

Con Spazio88 offrire un bicchiere d’acqua tornerà semplice, esattamente come berlo!