Campi elettromagnetici in ambito lavorativo: quali sono le indicazioni introdotte dal nuovo decreto

Nel mese di agosto è stato aggiornato il Decreto legislativo che regola le disposizioni minime di sicurezza e salute, relative all’esposizione dei lavoratori a rischi derivanti da campi elettromagnetici.

Gli addetti alla sicurezza aziendale sono ora chiamati ad applicare correttamente le novità introdotte dal provvedimento legislativo.

A questo scopo, il Coordinamento per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), hanno redatto un documento con tutte le indicazioni utili e operative per orientare gli attori aziendali della sicurezza.

Gli argomenti approfonditi riguardano:

  • le nuove indicazioni operative per la protezione dai campi elettromagnetici;
  • gli effetti dei campi elettromagnetici su salute e sicurezza;
  • i soggetti particolarmente sensibili al rischio.

Vediamo quindi insieme, punto per punto, gli argomenti del nuovo decreto.

Indicazioni operative per la protezione dai campi elettromagnetici

L’obiettivo principale delle Indicazioni operative è quello di “semplificare le modalità operative per la valutazione e il controllo dei rischi per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro derivanti da esposizione a CEM”, come previsto dal Decreto Legislativo 81/2008 Titolo VIII, Capo IV e s.m.i. (Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici – Indicazioni operative), risolvendo i quesiti più comuni che vengono posti ai tecnici del settore.

Tali indicazioni si basano su normative, linee guida e standard tecnici che, per loro natura, saranno soggetti ad un progressivo “invecchiamento dei riferimenti” (ad esempio i siti web). Per questo motivo, promotori e autori del nuovo decreto si impegnano a provvedere a “periodiche correzioni e integrazioni”.

Gli utilizzatori delle indicazioni e metodologie presentate nel documento – persone qualificate che ne faranno un uso professionale – sono invece tenuti a “conoscere in maniera approfondita la legislazione e le norme tecniche” applicabili nei diversi contesti, per farne un uso appropriato.

Leggi le Indicazioni operative del Decreto Legislativo 81/2008 – Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici.

Gli effetti sulla salute e sulla sicurezza

La prima domanda è: quali sono gli effetti sulla salute e sulla sicurezza da prevenire?

I campi elettromagnetici “possono causare due diversi tipi di effetti potenzialmente dannosi per la salute e la sicurezza: gli effetti biofisici diretti e gli effetti indiretti”.

Effetti biofisici diretti

Gli effetti biofisici diretti sono quelli derivanti da una interazione dei campi elettromagnetici con i tessuti del corpo. Possono essere di natura termica o non termica. Si definiscono effetti a soglia in quanto si verificano solo al di sopra di determinati livelli di esposizione.

Come si prevengono
Gli effetti biofisici diretti si possono prevenire rispettando i Valori Limite di Esposizione (VLE) fissati dal D.lgs. 81/08 Titolo VIII Capo IV e s.m.i.

Effetti biofisici indiretti

Gli effetti indiretti che la normativa intende prevenire sono:

  • interferenze con attrezzature e altri dispositivi medici elettronici;
  • interferenze con attrezzature o dispositivi medici impiantabili attivi, ad esempio stimolatori cardiaci e defibrillatori;
  • interferenze con dispositivi medici portati sul corpo, ad esempio pompe per l’infusione di farmaci;
  • interferenze con dispositivi impiantati passivi, ad esempio protesi articolari, chiodi, fili o piastre di metallo;
  • effetti su schegge metalliche, tatuaggi, body piercing e body art;
  • rischio di proiezione di oggetti ferromagnetici non fissi in un campo magnetico statico;
  • innesco involontario di detonatori;
  • innesco di incendi o esplosioni a causa di materiali infiammabili o esplosivi;
  • scosse elettriche o ustioni dovute a correnti di contatto che si verificano quando, in presenza di un campo elettromagnetico, il corpo umano entra in contatto con un oggetto a diverso potenziale elettrico.

Alcuni di questi effetti possono insorgere a livelli di esposizione inferiori rispetto a quelli indicati per gli effetti biofisici diretti, con conseguenze – anche gravi – sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. In ogni caso, le prescrizioni delle norme “non si applicano alla protezione da eventuali effetti a lungo termine dei campi elettromagnetici”.

Soggetti sensibili al rischio

La valutazione dei campi elettromagnetici, già importante di per sé, diventa fondamentale nel momento in cui vi è la presenza di soggetti particolarmente sensibili al rischio all’interno dell’attività.

Le Indicazioni operative segnalano infatti che alcuni gruppi di lavoratori “sono da considerarsi particolarmente sensibili al rischio da esposizione ai campi elettromagnetici” e “potrebbero non essere protetti adeguatamente mediante il solo rispetto dei Valori Limite di Esposizione e dei Valori di Azione stabiliti dal D.lgs. 81/08 e s.m.i”.

Vengono considerati soggetti particolarmente sensibili al rischio e/o esposti a rischi particolari:

  • i soggetti affetti da patologie che possono alterare l’eccitabilità del sistema nervoso centrale;
  • i soggetti affetti da aritmie o da patologie del cuore, dell’emodinamica e di altri organi/apparati che possono favorire l’insorgenza di aritmie.

Tali lavoratori. salvo alcune eccezioni, vengono tutelati dai requisiti di protezione specificati nella Raccomandazione Europea 1999/519/CE per la popolazione.

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