L’uso dell’amianto è stato vietato dall’Unione europea nel 2005. Ciò nonostante, questo materiale pericoloso è ancora molto presente in numerosi edifici e mette a rischio la vita di chi ne viene in contatto. Ecco le nuove direttive europee per ridurre, nel minor tempo possibile, l’esposizione dei lavoratori all’amianto e i rischi ad esso connessi.
Che cos’è l’amianto e perché è pericoloso
Amianto è il nome dato a un gruppo di sei minerali fibrosi che in natura si trovano nel suolo e nelle rocce. Questi minerali, composti principalmente da silicio e ossigeno, possono essere separati in fili lunghi, sottili e resistenti.
Le sue caratteristiche hanno fatto sì che in passato ne venisse fatto un ampio utilizzo per rafforzare e rendere ignifughi i materiali da costruzione. Tuttavia, nel corso del tempo, si è scoperto come l’amianto causi gravi patologie (come il tumore), con tassi di sopravvivenza molto bassi. Alcuni dati in merito:
- Ben il 78% dei tumori professionali può essere messo in relazione all’esposizione all’amianto.
- Solo nel 2019, la presenza di amianto ha provocato la morte di quasi 72.000 persone nell’UE.
Ridurre il contatto con l’amianto è dunque fondamentale per proteggere la salute dei lavoratori e salvare vite umane.
Data la sua elevata diffusione, questo materiale è ancora presente in moltissimi impianti e infrastrutture e costituisce una minaccia per la salute delle persone, soprattutto in caso di ristrutturazioni o manutenzioni dei luoghi in cui è presente, quando i materiali contenenti amianto sono disturbati e i lavoratori inalano le fibre rilasciate.
Normativa in tema amianto: cosa è cambiato
Dopo un lungo e complesso iter, il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo sulla ridefinizione delle norme per la prevenzione dei rischi di esposizione ad amianto.
Il 21 dicembre 2023 è entrata in vigore la Direttiva (UE) 2023/2668 del 22 novembre 2023 che modifica la Direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro (Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 30 novembre 2023 serie L).
Gli Stati membri hanno tempo fino al 21 dicembre 2025 per il recepimento.
Le principali modifiche introdotte dalla nuova direttiva europea riguardano: le modalità di rimozione, il valore limite di esposizione e il campionamento, la valutazione preliminare.
La rimozione diventa una misura prioritaria per qualsiasi attività che possa presentare un rischio di esposizione alla polvere proveniente dall’amianto o da materiali contenenti amianto.
Tale rischio è valutato in modo da stabilire la natura e il grado dell’esposizione dei lavoratori alla polvere proveniente dall’amianto (o da materiali che lo contengono) e dare priorità alla rimozione di tali materiali rispetto ad altre forme di manipolazione degli stessi.
Il valore limite di esposizione viene ridotto a 0,01 fibre di amianto per cm3 (un valore inferiore di dieci volte rispetto all’attuale limite di 0,1 f/cm3).Inoltre, dopo un periodo transitorio di massimo sei anni, gli Stati membri saranno tenuti ad attuare un nuovo metodo per misurare i livelli di amianto, utilizzando la microscopia elettronica (EM): una metodologia più sensibile rispetto alla microscopia a contrasto di fase (PCM), attualmente utilizzata per misurare le fibre di amianto sottili.
Dopo aver introdotto la microscopia elettronica, gli Stati membri disporranno di due opzioni:
- misurare le fibre di amianto sottili, nel qual caso il valore limite massimo di esposizione rimarrà a 0,01 f/cm3
- non misurare le fibre di amianto sottili, nel qual caso il valore limite massimo di esposizione sarà ridotto a 0,002 f/cm3
Cambiano anche le direttive per chi intende effettuare lavori di demolizione o di rimozione dell’amianto:
- le imprese addette ai lavori dovranno ottenere autorizzazioni dalle autorità nazionali;
- i datori di lavoro dovranno adottare misure per individuare la presenza di materiali a potenziale contenuto di amianto prima di iniziare i lavori di demolizione o manutenzione in locali costruiti prima dell’entrata in vigore del divieto nazionale relativo all’amianto (2005).
Le nuove norme si pongono l’obiettivo di ridurre l’esposizione dei lavoratori all’amianto, diminuendo in misura significativa il rischio di contrarre malattie ad esso connesse.
Questo passo è particolarmente importante alla luce dell’obiettivo da parte dell’UE di promuovere le ristrutturazioni energetiche all’interno degli Stati membri (che potrebbe comportare la ristrutturazione di 35 milioni di edifici entro il 2030).
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