La sicurezza negli ambienti confinati

Il Regolamento sulla qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti confinati o sospetti di inquinamento punta a ridurre il numero degli infortuni.

Lavorare in ambienti confinati o sospetti di inquinamento presuppone l’elaborazione di procedure di sicurezza. Precauzioni preliminari, segnaletica, esecuzione dei lavori, addestramento, informazione e, soprattutto, formazione sono i punti essenziali di cui tener conto nella creazione di procedure che puntino ad evitare incidenti ed infortuni. Il Regolamento sulla qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in questi ambienti, contenuto nel Decreto del Presidente della Repubblica del 14 settembre 2011, numero 177, punta proprio a ridurre questo tipo di problemi.

Secondo il Decreto, è innanzitutto opportuno verificare se i lavori al loro interno possano essere svolti in un altro modo, evitando così l’ingresso negli ambienti confinati. Solo nel caso ciò non fosse possibile si può procedere con l’operazione, da eseguirsi secondo precise procedure di sicurezza. Prima dell’inizio dei lavori si deve effettuare una specifica analisi dei pericoli e rischi, tenendo conto delle possibili modifiche nel tempo delle condizioni ambientali e segnalando i luoghi di lavoro classificabili come ambienti confinati o ambiente sospetto di inquinamento. Inoltre, durante l’esecuzione dei lavori, è sempre necessario avvalersi di personale in possesso di competenze e formazione specifiche, anche in caso di affidamento dei lavori a imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi. In quest’ultimo caso, in particolare, il datore di lavoro committente deve individuare un suo rappresentante che vigili con funzione di indirizzo e coordinamento delle attività svolte. In ogni caso, è richiesta la presenza di personale con esperienza almeno triennale, che abbia seguito attività di informazione e formazione mirata alla conoscenza dei fattori di rischio e che sia costantemente soggetta a verifica di apprendimento e aggiornamento, anche in merito all’applicazione delle procedure di sicurezza. Il datore di lavoro, da parte sua, deve anche assicurarsi che tutti i lavoratori siano possesso di dispositivi di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di lavoro idonei.

Nonostante le precauzioni imposte dalla legge, i rischi rimangono comunque tanti, primo tra tutti quello legato ai lavori dati in appalto. In tal caso, il datore di lavoro committente e il rappresentante dell’impresa appaltatrice o, in alternativa, il lavoratore autonomo devono coordinare sia l’attività che gli interventi di prevenzione e protezione, informandosi reciprocamente per eliminare i rischi dovuti alle interferenze. Laddove previsto, il datore di lavoro committente promuove la cooperazione ed il coordinamento, elaborando un unico documento di valutazione dei rischi, insieme alla relativa analisi. Da parte loro, i lavoratori coinvolti nell’appalto devono essere muniti di apposita tessera di riconoscimento. In ogni caso, il rappresentante individuato dal committente deve conoscere i rischi presenti nei luoghi in cui si svolgono le attività lavorative, informando i lavoratori e vigilando con funzione di indirizzo sulle attività svolte.

I rischi, però, non si fermano qui: molti gas asfissianti sono infatti inodori, incolori, insapori e, soprattutto, non sono rilevati dall’apparato sensoriale umano. Prima di eseguire i lavori e durante il loro svolgimento, è necessario quindi verificare che negli ambienti ci sia una concentrazione di ossigeno adatta alla respirazione (che corrisponde ad almeno il 21%) e non vi siano concentrazioni pericolose di agenti chimici, tossici o infiammabili. Il monitoraggio dell’aria deve essere effettuato a diversi livelli di altezza, per tenere conto della differente stratificazione delle possibili sostanze pericolose, e vanno adottate specifiche cautele laddove possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera. Dal canto loro i lavoratori devono disporre di tutto il materiale di protezione necessario e che possa proteggerli anche dal rischio di incendio ed esplosione legato alla formazione o all’accumulo di sostanze infiammabili.

In caso di incidente è fondamentale che siano progettate procedure di salvataggio che contengano uno specifico piano di emergenza che permetta di attivare un pronto allarme e un soccorso idoneo e tempestivo. La struttura del piano dipende dalla natura dell’ambiente confinato, dal rischio identificato e dal tipo di soccorso da effettuare e deve riportare le misure da attuare in caso di incidente.