Vaccinazioni correlate all’attività lavorativa

Le vaccinazioni sono obbligatorie per molte categorie di lavoratori che operano in ambito a rischio biologico.

È autunno, tempo, tra le altre cose, di piccoli e grandi malanni. Le vaccinazioni sono un valido aiuto per affrontare i mesi freddi senza rimanere bloccati a letto e anche per evitare di contagiare chi ci sta attorno. Ma non solo: le vaccinazioni sono anche un forte alleato per la salvaguardia della salute in ambito lavorativo. Per questo motivo, il Titolo X del D.Lgs 81/08  prevede, tra le altre attività di prevenzione e protezione dei lavoratori, lo specifico aspetto del ricorso alle vaccinazioni.

Nel campo della medicina del lavoro è prevista l’adozione di due diversi tipi di vaccinazioni: quelle obbligatorie, valide per specifiche categorie di lavoratori, e quelle da valutare assieme al medico competente, in base alla tipologia di rischio biologico. L’effettuazione della valutazione dei rischi, rimane comunque un’attività di competenza del datore di lavoro. È a lui che spetta infatti di individuare, sulla base dei rischi presenti, le misure tecniche, organizzative, procedurali e protettive particolari. Un lavoratore esposto a rischio biologico che lavori senza essere preventivamente vaccinato rappresenta, infatti, per il Datore di Lavoro una situazione di rischio permanente. Pertanto, in tal caso, così come per le altre misure di sicurezza sul lavoro, il datore di lavoro ha l’obbligo di richiamare anche disciplinarmente il lavoratore che rifiuta la vaccinazione.

L’unica ragione per la quale potrebbe essere ipotizzata un’esenzione dalle vaccinazioni è un’allergia documentata verso un vaccino specifico. Si tratterebbe infatti di un pericolo per la salute di gravità e prevedibilità paragonabile alla malattia da cui il vaccino intende proteggere il lavoratore.

È bene ricordare che ogni vaccinazione, somministrata a lavoratori appartenenti a categorie per le quali la vaccinazione è obbligatoria o raccomandata, saranno somministrate con oneri a totale carico del Datore di Lavoro.

Di seguito un breve riepilogo sulle principali vaccinazioni obbligatorie o raccomandate nella Medicina del lavoro.

Tetano. La vaccinazione è necessaria per le seguenti categorie:

  • operai edili;
  • operai meccanici;
  • operai addetti alla manipolazione delle immondizie;
  • lavoratori del legno;
  • lavoratori agricoli, pastori, allevatori di bestiame.

Influenza. La vaccinazione è da raccomandare agli operatori sanitarie e socio-sanitari.

Morbillo, parotite, rosolia, varicella (per le donne in età fertile). La vaccinazione deve essere raccomandata a:

  • insegnanti e operatori di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  • operatori sanitari (reparto materno-infantile e malattie infettive).

Epatite B. La vaccinazione antiepatite B è indicata per le seguenti categorie:

  • operatori sanitari e socio-sanitari;
  • addetti alle pulizie nelle strutture sanitarie;
  • addetti alla raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti;
  • addetti ai servizi cimiteriali e funebri;
  • addetti alla depurazione delle acque di scarico;
  • addetti alla manutenzione impianti fognari;
  • veterinari;
  • personale delle forze armate e di polizia.

Epatite A. La vaccinazione antiepatite A è raccomandata a:

  • addetti alla depurazione delle acque di scarico;
  • addetti alla raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti;
  • addetti alla manutenzione impianti fognari.

Tubercolosi. La vaccinazione è obbligatoria per il personale sanitario, gli studenti in medicina, gli allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolinico negativo operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti. L’obbligo è valido anche per chiunque operi in ambienti ad alto rischio e non possa essere sottoposto a terapia preventiva, perché presenta controindicazioni cliniche all’uso di farmaci specifici.

Rabbia. La vaccinazione è obbligatoria per veterinari e personale tecnico a contatto diretto con animali a rischio di rabbia.