La nuova classificazione di pericolosità della formaldeide

A partire da gennaio 2016 la formaldeide è ufficialmente considerata sostanza potenzialmente cancerogena. Che cosa cambia e quali sono le novità per le aziende.

La formaldeide, conosciuta anche come aldeide formica o metanale, è uno dei prodotti chimici più impiegati nell’industria. La si può trovare nei collanti per pannelli truciolari e compensati, nelle resine, nei laminati plastici e adesivi, nelle schiume isolanti e nelle colle ureiche. Inoltre, è un ottimo disinfettante e un eccellente conservante per materiali biologici. Nonostante il suo impiego massivo, la formaldeide è però una sostanza tossica. Caratterizzata da un odore pungente e fortemente irritante per le mucose, nel tempo può infatti volatilizzarsi, disperdendosi nell’ambiente circostante e creando danni alla salute di chi vi entra in contatto. Per questo motivo, è stata sempre classificata come un materiale “Carc. 2 – H351: sospettato di provocare il cancro”.

A partire da gennaio 2016, con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) n. 605/2014 del 5 giugno 2014, la formaldeide ha subito un’ulteriore declassamento ed è stata ufficialmente etichettata come materiale “Carc. 1B – H350”, ossia che “può provocare il cancro”.

Novità e obblighi per le aziende

Questa variazione in materia di classificazione non è rimasta senza conseguenze. Sul piano della legislazione in materia di lavoro, la formaldeide è entrata ufficialmente a far parte degli agenti definiti cancerogeni dal D.Lgs 81/2008, comportando così l’applicazione delle norme previste dal TITOLO IX, Capo II, “Protezione da agenti cancerogeni e mutageni” ogniqualvolta si abbia a che fare con essa.

Considerata la sua polivalenza, la formaldeide può essere presente in numerosi ambienti di lavoro. Per questo motivo, in presenza (anche potenziale) di questo tipo di sostanza, il D.Lgs 81/2008 prevede la revisione della valutazione dei rischi da parte del datore di lavoro.

Nell’ambito dell’SPP – e quindi in collaborazione con il medico del lavoro – è richiesto di aggiornare la valutazione specifica dei rischi chimici e cancerogeni. In questo modo, vengono analizzate tutte le attività che comportano una potenziale esposizione a formaldeide. Se dalla valutazione emerge la presenza di formaldeide, ma si può dimostrare con misurazioni in ambiente che con adeguate misure i lavoratori non vengono esposti, non è necessario procedere con ulteriori approfondimenti; se invece dai controlli emerge il rischio di possibile esposizione a formaldeide, si procede cercando di individuare i possibili pericoli.

Le ricerche possono eventualmente passare anche attraverso il monitoraggio, ossia il campionamento ambientale e personale, in modo da quantificare l’eventuale esposizione dei lavoratori.

A conclusione del processo, le possibili misure di prevenzione e protezione conseguenti possono essere l’istituzione del registro degli esposti ad agenti cancerogeni e mutageni o la modifica del protocollo di sorveglianza sanitaria. Le soluzioni da adottare sono comunque definite caso per caso.