Domande frequenti Covid-19: durata degli eventuali periodi di isolamento o quarantena

Continuiamo a rispondere alle domande frequenti sui corretti comportamenti da adottare, riassumendo tutte le indicazioni utili circa la durata ed il termine dell’isolamento e della quarantena in caso di positività al tampone o contatto stretto con casi positivi.

Il Ministero della Salute – in considerazione dell’evolversi della situazione epidemiologica in atto, delle nuove evidenze scientifiche, delle indicazioni provenienti da Organismi Internazionali (OMS e ECDC) e del parere formulato dal Comitato Tecnico Scientifico – ha definito le proprie indicazioni operative circa la durata e il termine di isolamenti e quarantene in alcune casistiche specifiche, con la circolare n. 32850 del 12/10/2020.

Per fare questo, ha premesso che:

  • con il termine isolamento ci si riferisce alla separazione fisica delle persone infette dal resto della comunità – in ambienti e condizioni tali da prevenire la trasmissione dell’infezione – per la durata del rischio di contagio;
  • il termine quarantena, invece, è riferito alla restrizione dei movimenti di persone sane che potrebbero essere state esposte ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa. Vale per la durata del periodo di incubazione, con l’obiettivo di monitorare l’eventuale comparsa di sintomi ed identificare tempestivamente eventuali nuovi casi.

Fatta questa opportuna precisazione – che consente di fare chiarezza in un contesto normativo nel quale lo stesso legislatore, nazionale e regionale, a volte assegna ai due termini il significato opposto – la circolare in commento prevede quanto segue.

Casi positivi sintomatici

Le persone sintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità:

  • dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi, non considerando a tal fine:
    • l’anosmia – cioè la perdita/diminuzione dell’olfatto;
    • l’ageusia/disgeusia – cioè la perdita/diminuzione del gusto, che possono avere prolungata persistenza nel tempo.
  • previa effettuazione di un test molecolare con riscontro negativo, eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (possono essere anche gli ultimi 3 giorni dei 10 di isolamento).

Precedentemente, il periodo di isolamento previsto era di 14 giorni anziché 10 ed il rientro in comunità era subordinato, oltre che alla scomparsa dei sintomi, alla guarigione virologica attestata da un doppio tampone negativo a distanza di 24 ore (v. la circolare dello stesso Ministero della Salute n. 6607 del 29 febbraio 2020, citata da quella in commento).

Casi positivi asintomatici

Le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2, seguiranno la stessa procedura delle persone sintomatiche risultate positive.

In questo caso, il periodo di isolamento di almeno 10 giorni decorre dalla comparsa della positività. Al termine di questo periodo, per rientrare in comunità si deve effettuare il test molecolare, con riscontro negativo.

Casi positivi a lungo termine

Le persone non più sintomatiche da almeno una settimana (senza considerare, anche in questa ipotesi, eventuali forme di anosmia e ageusia/disgeusia), ma che continuino a risultare positive al test molecolare, possono interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dall’insorgenza dei sintomi, ferma restando la possibilità per le Autorità sanitarie di modulare la durata di questo periodo in funzione dello stato immunitario dei soggetti interessati.

Nei pazienti immunodepressi, infatti, il periodo di contagiosità può essere prolungato.

Contatti stretti asintomatici

Nei confronti dei contatti stretti asintomatici di casi positivi (il contatto stretto è e rimane quello definito dal Ministero della Salute con circolare n. 18584 del 29 maggio 2020, riportato brevemente nel nostro primo articolo dedicato alle FAQ Covid), è prevista l’osservanza di un periodo di quarantena:

  • di 14 giorni dall’ultimo contatto, oppure
  • di 10 giorni in caso di effettuazione, il decimo giorno, di un test antigenico o molecolare con esito negativo.

Contatti stretti di contatti stretti

Non è prevista né quarantena, né l’esecuzione di test diagnostici nei confronti dei contatti stretti di contatti stretti – cioè quando non vi è stato alcun contatto diretto con il caso confermato – a meno che:

  • il contatto stretto non risulti successivamente positivo ad eventuali test diagnostici;
  • oppure, in base al giudizio delle Autorità sanitarie, si renda opportuno uno screening di comunità.

Ulteriori raccomandazioni

Al termine, la circolare evidenzia alcuni punti conclusivi.

  • La raccomandazione di sottoporre, a fine quarantena, tutte le persone che convivano o entrino regolarmente in contatto con soggetti fragili e/o a rischio di complicanze, a test molecolare.
  • Inoltre, si sottolinea che la quarantena ridotta di 10 giorni non è da ritenersi applicabile ai casi di rientro da Paese estero (previsti e disciplinati dal DPCM del 13/10/2020). Resta quindi fissata a 14 giorni.

Hai dubbi su definizioni e informazioni?

Nel precedente articolo, abbiamo risposto alle domande più frequenti su smartworking, rientro a lavoro e soggetti fragili.
Leggi l’articolo completo >

In quello ancora precedente, abbiamo risposto alle domande più frequenti su termini quali: contatti stretti, casi positivi e quarantena, e i conseguenti comportamenti corretti da attuare.
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