I kit di primo soccorso

Una breve guida alle dotazioni obbligatorie dei kit di primo soccorso per le aziende.

Si sa, anche in ufficio i piccoli infortuni sono sempre dietro l’angolo: i taglietti provocati dai fogli di carta, i mignolini sbattuti contro le gambe delle scrivanie, le scottature da fotocopiatrice. Proprio per soccorrere anche le vittime di queste quotidiane disavventure, il Ministero della Salute ha stabilito che ogni azienda debba sempre avere in dotazione un kit di primo soccorso. Il Decreto n.388 del 15 luglio 2003 specifica le regole da seguire e indica i parametri secondo i quali un’attività debba dotarsi di una cassetta (aziende di gruppo A e B) o di un pacchetto di primo soccorso (aziende di gruppo C). Il contenuto dei kit di pronto soccorso, così come la loro classificazione per gruppi, dipende infatti dalla tipologia di azienda, dal numero di dipendenti e dai fattori di rischio delle attività svolte. Questa la distinzione.

Gli estintori e la loro manutenzione

La manutenzione degli estintori è regolata da una norma specifica, la UNI 9994-1:2013, che stabilisce tutte le attività legate alla loro gestione e le figure professionali a cui questa è affidata.

La norma UNI 9994-1:2013, relativa allo svolgimento delle attività di controllo e manutenzione degli estintori antincendio, è entrata a far parte del corpo normativo nazionale il 20 giugno 2013. Nonostante sia già da tempo in calendario la pubblicazione di un suo aggiornamento – la UNI 9994-2, che dovrebbe specificare ed affrontare meglio la figura del tecnico manutentore – la norma continua a rimanere un punto di riferimento per tutto ciò che riguarda la verifica di questi dispositivi. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

La sicurezza negli ambienti confinati

Il Regolamento sulla qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti confinati o sospetti di inquinamento punta a ridurre il numero degli infortuni.

Lavorare in ambienti confinati o sospetti di inquinamento presuppone l’elaborazione di procedure di sicurezza. Precauzioni preliminari, segnaletica, esecuzione dei lavori, addestramento, informazione e, soprattutto, formazione sono i punti essenziali di cui tener conto nella creazione di procedure che puntino ad evitare incidenti ed infortuni. Il Regolamento sulla qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in questi ambienti, contenuto nel Decreto del Presidente della Repubblica del 14 settembre 2011, numero 177, punta proprio a ridurre questo tipo di problemi.

Gli obblighi degli operatori del settore alimentare

La responsabilizzazione degli operatori del settore alimentare, veicolata soprattutto attraverso la formazione, rappresenta un punto cardine della legislazione vigente.

Gli operatori rivestono un ruolo cardine nel settore alimentare, dato che la legislazione vigente li considera più di chiunque altro adatti a elaborare sistemi sicuri per l’approvvigionamento alimentare e per garantire l’igiene dei prodotti forniti. La garanzia della sicurezza risulta infatti essere di loro competenza, insieme alla necessità di verificare il rispetto delle disposizioni legislative nell’impresa posta sotto il loro controllo.

La salute negli ambienti indoor

Il problema della qualità dell’aria negli ambienti chiusi e sul luogo di lavoro.

Secondo quanto riportato nelle Linee Guida del Ministero della Sanità La tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati, l’espressione ambiente indoor si riferisce agli ambienti chiusi, di vita e di lavoro, non industriali. Rientrano quindi nella categoria le abitazioni, gli uffici pubblici e privati, le strutture commerciali, i locali destinati ad attività ricreative e/o sociali, i mezzi di trasporto pubblici e privati.

La valutazione dei campi elettromagnetici

Il 1 luglio 2016 la valutazione del rischio dei campi elettromagnetici diventerà d’obbligo.

Il termine per la valutazione dei campi elettromagnetici è stato fissato al 1° luglio 2016. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea della Direttiva 2013/35/UE, sono state infatti ufficializzate le disposizioni minime di sicurezza e di salute in materia.

L’obbligo di manutenzione dei DPI

Gli obblighi del datore di lavoro in merito alla scelta dei DPI e alle condizioni e alle norme necessarie al loro utilizzo.

Con il termine DPI, si fa riferimento ai dispositivi di protezione individuale, ossia a tutte le attrezzature destinate ad essere indossate e tenute dal lavoratore con lo scopo di tutelarsi dai rischi della sua attività, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

La sicurezza e la salute dei lavoratori dipendono, infatti, anche dall’utilizzo di dispositivi appropriati e dal costante controllo della loro manutenzione. Per questo motivo, i DPI non solo devono garantire la protezione del lavoratore, ma devono mantenere tale capacità per tutto il periodo del loro impiego.

Gli accertamenti del rischio di contagio da HIV

Tutela della salute nei luoghi di lavoro: la sorveglianza sanitaria e gli accertamenti pre-assuntivi e periodici di sieropositività al virus HIV.

La salute nei luoghi di lavoro passa anche dalla prevenzione di infezioni che, in particolari condizioni, potrebbero esporre i lavoratori a condizioni di rischio. Un argomento particolarmente delicato in proposito riguarda gli accertamenti pre-assuntivi e periodici di sieropositività al virus dell’HIV.